Le applicazioni del metodo di Hjortsjö e del F.A.C.S. nell’ambito della sicurezza.

Introduzione

I vari sistemi di misurazione del movimento muscolare facciale sono stati elaborati per rispondere in maniera scientifica ad una serie di interrogativi, cioè se vi era una connessione tra le espressioni del volto, le posture del corpo e le caratteristiche di personalità, esperienza emotiva e processi comunicativi. I sistemi di misura codificati da Hjortsjö e poi da Ekman, Friesen ed Hager analizzano questi fattori  tenendo presente la difficoltà aggiuntiva di definizione del contenuto delle emozioni.

Le emozioni di base, quali sorpresa, paura, disgusto, rabbia, felicità, tristezza (e le successive, come disprezzo, vergogna, senso di colpa e imbarazzo) sono percepibili attraverso i cambiamenti di postura dei muscoli della fronte, delle sopracciglia, delle palpebre, delle guance, del naso, delle labbra e del mento. A questi si associano i movimenti del corpo.

Da Duchenne ad Izard esistono numerose metodologie per misurare i movimenti facciali che risultano dalla contrazione dei muscoli e della Action Coding System, risulta essere il più completo.

Le Action Units (unità d’azione) del FACS (derivate da quelle di Hjortsjö, di cui mantengono la stessa numerazione) coinvolte in un’espressione facciale sono descrittive dei movimenti dei singoli muscoli e solo in una fase successiva, osservandone le combinazioni, possiamo effettuare l’interpretazione delle emozioni espresse.

Queste tipologie di ricerca si suddividono in studi di misurazione, che forniscono una misurazione precisa (con unità di misura verificabili) delle modificazioni del volto, e studi di giudizio, che si basano sulle osservazioni del comportamento facciale, quindi sull’insieme delle informazioni veicolate dal viso come ad esempio il sistema Max di Izard. All’interno degli studi di misurazione troviamo sistemi di codifica, come il metodo di Hjortsjö e il FACS, che si basano sull’identificazione e la misurazione di elementi anatomici che concorrono alla formazione del movimento facciale. Questi metodi sono basati sull’identificazione dei modelli di movimento facciale associati alle emozioni di base e alle loro variabili.

La genesi di un sistema coerente fu lunga. Senza considerare i precursori (Duchenne), e i metodi concorrenti coevi (Hjortsjö, Ermiane e Gergerian) già nel 1971 Ekman, Friesen e Tomkins  avevano elaborato un primo strumento, il FAST, cioè Facial Affect Scoring Technique come approccio all’analisi del volto. Nel 1976 in un loro articolo Ekman e Friesen anticiparono la loro creazione con il nome di FAC – Facial Action Code descrivendone la genesi e anticipandone la composizione che diverrà reale solo due anni più tardi. Il sistema porterà il nome di Facial Action Coding System – FACS. Nel 2002 ne venne compilata una nuova edizione definitiva con l’apporto dell’opera di ricerca e redazione di Joseph Hager.

Il Facial Action Coding System FACS è il sistema di misura dei movimenti dei muscoli facciali creato da Ekman, Friesen e Hager, ed è il più utilizzato, sia in ambito scientifico che applicativo. Il FACS fu progettato con l’intento di individuare e catalogare le contrazioni dei muscoli facciali che modificano la fisionomia del volto. Per effettuare la rilevazione di specifiche espressioni facciali si indicano le unità d’azione coinvolte in quell’espressione. Si può definire anche la durata e l’intensità del movimento muscolare oltre ad eventuali asimmetrie laterali. Si possono inoltre determinare l’inizio dell’azione, la sua massima intensità, quando inizia a declinare e quindi termina.

Ekman, Friesen ed Hager individuarono oltre 10.000 differenti combinazioni di azioni muscolari. Data l’enorme mole di materiale solo una parte è stata analizzata per determinare i mutamenti più significativi prodotti nella configurazione della muscolatura del volto. Inoltre la ricerca si è soffermata sul significato di determinate combinazioni, sulla differenziazione dei singoli movimenti e sulla loro riproducibilità volontaria. Sulla scorta dei precedenti sistemi è stata perfezionata una metodologia descrittiva atta a misurare i movimenti facciali in rapporto all’attività prodotta dai singoli muscoli (anche parti di essi o combinazioni di vari muscoli).

Nel sistema FACS i muscoli possono essere indicati con il loro nome latino e con un valore numerico per ogni gruppo muscolare definito come Action Units, AU (Unità di Azione). Tale terminologia fu coniata da Ekman, Friesen e Hager per il loro sistema di codifica al fine di designare con maggior precisione i singoli movimenti e razionalizzare il processo di annotazione.

Nel manuale Ekman, Friesen e Hager hanno indicato con 44 AU (Action Unit) la muscolatura relativa alle espressioni facciali e con 14 AU (Action Unit) le varianti indicanti la direzione dello sguardo e l’orientamento del capo. Le divisioni in realtà sono molto più sottili. Ciò che trae in inganno è la suddivisione che non segue un ordine numerico, ma si basa su grandi raggruppamenti relativi alle parti anatomiche del volto. Abbiamo quindi una prima differenzazione fra Action Units (indicate come AU) e Action Descriptor (indicate come AD), cioè fra movimenti e indicazioni di movimento. Si aggiungono poi i codici di movimento di occhi e capo (indicate come (M), i codici di comportamento grossolano, ad esempio parlare o annusare (sono 9) indicati solo con un numero. Stessa procedura per i codici di visibilità dei movimenti (sono 5 anch’essi indicati solo con il numero), che possono essere temporaneamente coperti. A questi si possono aggiungere i numeri di AU mancanti, presenti in edizioni precedenti, ma poi condensati in un’unica AU, oppure utilizzati solo in particolari circostanze, come l’AU 3, esclusivamente nel BabyFACS di Harriet Oster rivolto a neonati e bambini nei primi anni di vita.

La codifica delle specifiche espressioni facciali è costituita dall’individuazione delle unità d’azione (AU) che formano  il movimento muscolare e quindi dall’elencazione delle stesse in ordine numerico crescente.Con il FACS si può indicare anche la durata di ogni AU (con un inizio, un apice e un punto di scomparsa), l’intensità di ogni unità d’azione (AU) su un certo numero di posizioni, ogni asimmetria bilaterale e ogni unilateralità. La scala di misura dell’intensità risulta composta da una serie di lettere A, B, C, D, E che si riferiscono all’intensità di un’unità d’azione e vengono poste subito dopo il numero dell’AU.

Carl-Herman Hjortsjö

Carl-Herman Hjortsjö

Aree di utilizzo relative

Il numero di Enti, professioni, singoli individui che possono beneficiare delle applicazione del sistema di riconoscimento del volto e di codifica del corpo sono estremamente elevati. Potremmo dire che qualsiasi attività connessa con le relazioni interpersonali ne trarrebbe beneficio. Vediamo alcuni grandi raggruppamenti, puramente indicativi, dell’applicazione del metodo, che possono essere agevolmente ampliati con una più minuta analisi del mondo del lavoro. Dal settore aziendale al coaching, dalle applicazione nello sport al settore sociosanitario, dal miglioramento della compliance, cioè la condivisione da parte del paziente delle indicazioni del medico,  alle attività di diagnosi e terapia nei campi della psicologia e psicoterapia, nella mediazione e nel counseling, nel settore dei viaggi, ospitalità, Hotel, vacanze, organizzazione eventi, nella formazione e l’istruzione. Nella cultura e nell’industria dello spettacolo troviamo ulteriori aree applicative, nella recitazione  teatrale e in quella cinematografica

Interrogatorio in Basic Instinct

Interrogatorio in “Basic Instinct”

Nell’analisi che proponiamo in questa sede la prima macroarea è quella giuridica, investigativa e della sicurezza. Innumerevoli le categorie interessate: la magistratura, gli avvocati, il settore del Law Enforcement (Forze dell’ordine), la sicurezza nazionale (servizi di sicurezza), la sicurezza privata, il controllo sull’immigrazione e alle frontiere, la vigilanza e il controllo in ambito aziendale, la metodologia dell’interrogatorio e dell’intervista classica o cognitiva.

Indubbia la validità nella negoziazione e nella mediazione giuridica civile e commerciale, ma anche, dove applicata, quella penale, dove la rapidità di percezione dei mutamenti di umore ed emozione gioca un ruolo fondamentale, il FACS permette una maggiore precisione nella fase di “familiarizzazione” con il cliente; si ottiene una rapida verifica del gradimento e vi è maggiore precisione nella fase di “chiusura”. Altrettanto nella valutazione dell’efficacia della proposta e nella costruzione del modello di trasmissione delle informazioni. Le relazioni umane e la capacità di “leggere” velocemente il nostro interlocutore favoriscono l’ottenimento di informazioni; altrettanto nelle relazioni di lavoro con i colleghi, e con i clienti. Infine ne beneficia di una migliore capacità di relazione interpersonale e scambio informazioni, il settore delle relazioni interpersonali. Amici, attività sociali, rapporti relazionali sociali, rapporti affettivi, innamoramento, mantenimento delle relazioni nel nucleo familiare, cura dei bambini. Comprendere gli altri, le emozioni degli altri, far comprendere le proprie, migliora la nostra vita, quella degli altri, riduce i conflitti migliora la società nel suo complesso.

Una metodologia per affrontare soggetti pericolosi

Nell’ambito psicologico delle forze di polizia si ritiene sia possibile identificare i “soggetti pericolosi” prima che essi compiano un’azione dannosa (o terroristica) e si possano prevedere le loro intenzioni osservandone movimenti ed espressioni del volto. Nell’aspetto complessivo di una persona si possono individuare sottili indizi significativi, sia sul piano emozionale che nel comportamento adottato. Questi indizi possono diventare visibili a tutti dopo una formazione adeguata, mentre è molto difficile riuscire a sopprimerli in quanto sono eseguiti inconsciamente anche da soggetti molto abili nel mascheramento, nonostante l’esperienza e  l’addestramento ricevuto.

Vari studi indicano che l’atto di commettere un delitto è associato a determinate emozioni. Nel corso di un reato, o nella sua preparazione, alcuni processi emotivi hanno alta probabilità di essere presenti negli “autori”, ad esempio le emozioni di eccitazione, ansia o rabbia (Katz, 1988, Cusson, 1993; Canter e Ioannou, 2004). Le risposte emotive del colpevole di un reato sono influenzate da diversi fattori, tra cui la sorveglianza, gli allarmi, e le conseguenze di tale atto. Pensando a questi fattori un “criminale” può diventare timoroso, o eccitato, e di conseguenza cambiare il proprio comportamento fisico e facciale.

Un altro fattore influente sul cambiamento dello stato emotivo è determinato dal possesso di un’arma. Hales, Lewis e Silverstone (2006) dimostrarono, in una ricerca condotta in Inghilterra, che i soggetti che trasportano un’arma da fuoco illegale tendono a variare i loro stati emotivi. Attraverso interviste individuarono le tipologie di risposte emotive durante il porto di un’arma da fuoco.  I dati forniti indicarono che il trasporto di un’arma illegale è associato ad emozioni di sicurezza, empowerment e paura. La valutazione cognitiva di fattori come la presenza di sorveglianza e possibili sanzioni possono indurre il timore di essere scoperti. Il possesso di un’arma attiva una combinazione di emozioni come la paura di essere scoperti, il senso di onnipotenza, la sensazione di sicurezza derivante dall’idea che nessuno può aggredirci. Inoltre, in letteratura, è dimostrato che tali emozioni possono avere effetti non valutabili consapevolmente, ma avere evidenti forme motorio gestuali ed espressive. Le emozioni influiscono notevolmente sui mutamenti del linguaggio del corpo (Ekman e Friesen, 1967). Tale “comportamento non verbale” può essere più difficile da nascondere di un’arma e può tradire una persona che tenta di nascondere queste emozioni (Blechko, Darker, Gale, 2009).

Secondo Montepare, Goldstein, e Clausen (1987), de Meijer (1989), Wallbott (1998) e Hadjikhani e de Gelder (2003), il linguaggio del corpo (ad esempio, l’andatura o la modifica della postura) potrebbe riflettere rilevanti tendenze all’azione collegate a stati emotivi.

Osservando il comportamento non verbale si possono ottenere utili conoscenze relative alle intenzioni degli altri, e quindi prendere decisioni in merito alle azioni successive. Secondo Meier-Faust (2002) il linguaggio del corpo umano può essere diviso in due categorie: informazioni strutturali (ad esempio, i tratti del viso, corpo a costruire) e le informazioni cinetiche (ad esempio le espressioni facciali, gesti, movimenti del corpo, o la postura). Le informazioni strutturali possono dirci il tipo di emozione provato. Mentre i movimenti del corpo e la postura indicano l’intensità delle emozioni. Questa ipotesi si basa sulle ricerche di Argyle, Cook, Tomkins, Izard e soprattutto Ekman. Ekman e Friesen (1969) hanno studiato la relazione fra le espressioni facciali e le emozioni. Sopprimendo l’emozione provata, e raffigurando sul volto un’altra emozione falsa, appaiono le microespressioni di quella vera, completa, ad alta intensità, per un tempo compreso fra 1/5 e un 1/25 di secondo, oppure espressioni soffocale (solo una parte dell’emozione, o ancorsa espressioni sottili (espressione completa, ma di intensità molto bassa). Queste espressioni sfuggono al controllo cosciente, smascherano la menzogna.

Interrogatorio in Lie to Me [tratto da

Interrogatorio in “Lie to Me”

Applicazioni nel campo della sicurezza

Ekman sovraintende, negli Stati Uniti, alla formazione del personale del Transportation Security Administration (TSA). Questo tipo di addestramento ha ricevuto l’attenzione da parte del settore della sicurezza a causa della minaccia del terrorismo. Un esempio di come queste tecniche sono state applicate al controllo dei passeggeri è il programma “Screening of Passengers by Observation Techniques (SPOT)[1]”, utilizzato nel settore del trasporto aereo.  Si basa sul rilevamento di individui che mostrano un comportamento potenzialmente pericoloso. Piuttosto di cercare l’oggetto fonte di minaccia (un’arma nascosta), è più facile l’identificazione del comportamento non verbale di minaccia. Negli aeroporti degli Stati Uniti, e in alcuni della Gran Bretagna, vi sono delle squadre di sicurezza il cui compito è osservare i passeggeri mentre stanno entrando in aeroporto, al controllo bagagli o in fila ai controlli di sicurezza. Monitorano i segni di potenziale minaccia, come l’abbigliamento appropriato (ad esempio, un cappotto pesante in una giornata calda), così come i segni più sottili, come i gesti, le conversazioni e le espressioni facciali.  Sono in grado di eseguire la scansione dei passeggeri per individuare le reazioni fisiche e psicologiche involontarie che possono indicare lo stress, la paura o l’inganno. Il personale deve riconoscere le emozioni nascoste che possono manifestarsi nel movimento del corpo, nell’andatura e nelle espressioni facciali. Il programma di controllo “Screening of Passengers by Observation Techniques (SPOT)” è stato applicato negli USA dal 2008. Sono stati impiegati 3.000 Behavior Detection Officers (BDO) in 161 aeroporti a livello nazionale. I BDO hanno una “baseline” del comportamento normale in aeroporto e cercano i comportamenti che vi si differenziano. Complessivamente sono state  identificate attività illegali che hanno portato ad oltre 1.800 arresti nei sistemi di trasporto degli Stati Uniti.

Ekman ha inoltre formato gli operatori di varie agenzie federali come TSA, Customs and Border Protection, CIA, FBI, su come osservare le espressioni facciali di ansia, paura e inganno. I servizi segreti degli Stati Uniti che proteggono il presidente, utilizzano tecniche simili per individuare chi porta un’arma nascosta prima che possa utilizzarla (Remsberg, 2007). Abbiamo visto che gli individui armati utilizzano modelli comportamentali ed emozionali simili, che li contraddistinguono dalle persone disarmate. Essere consapevoli dei segnali di minaccia, ed essere capaci di individuarli, permette di eliminare l’effetto della sorpresa in un intervento efficace che precede il verificarsi dell’evento dannoso.

 

Bibliografia indicativa

Blechko, A., Darker, I.T., Gale, A.G., 2009. The Role of Emotion Recognition from Non-Verbal Behaviour in Detection of Concealed Firearm Carrying. Proceedings of the Human Factors and Ergonomics Society, 53rd Annual Meeting -2009, San Antonio, USA, pp. 1363-1367.

Canter, D.V., Ioannou, M. (2004). Criminals’ Emotional Experiences During Crimes. International Journal of Forensic Psychology, 1 (2), 71-81.

Cusson, M. (1993). Situational Deterrence: Fear During the Criminal Event. Crime prevention studies, 1, 55-68.

Ekman, P. (1965). Differential Communication of Affect by Head and Body Cues. Journal of Personality and Social Psychology, 2, 725-735.

Ekman, P. & Friesen, W.V. (1967). Head and Body in the Judgment of Emotion: A Reformulation. Perceptual and Motor Skills, 24, 711-724.

Ekman, P. & Friesen, W.V. (1969). Nonverbal Leakage and Clues to Deception. Psychiatry, 32, 88–105.

Ekman, P. & Friesen, W.V. (1974). Detecting Deception From the Body or Face. Journal of Personality and Social Psychology, 29, 288–298.

Hales, G., Lewis C., and Silverstone D. (2006). Gun Crime: the Market in and Use of Illegal Firearms. Home Office Research Study 298.

Hadjikhani, N. & de Gelder, B. (2003). Seeing Fearful Body Expressions Activates the Fusiform Cortex and Amygdala. Current Biology, 13, 2201-2205.

Katz, J. (1988). Seduction of Crime: Moral and Sensual Attractions in doing Evil. USA: Basic Books.

Meier-Faust, T. (2002). The Importance Non-verbal Communication in Diagnostic Assessment in the Traffic Psychological Exploration. Paper presented at BDP congress for traffic psychology 2002, University of Regensburg.

Meijer, M. de (1989). The Contribution of General Features of Body Movement to the Attribution of Emotions. Journal of Nonverbal Behaviour, 13 (4), 247-269.

Montepare, J. M., Goldstein, S.B. and Clausen, A. (1987). The Identification of Emotions from Gait Information. Journal of Nonverbal Behaviour, 11 (1), 33-43.

Remsberg, C. (2007). Officer Survival. Spotting Armed Suspects. The Police Marksman, July/Augustus, 16-19.

The Sunday Times (2006). ‘Spot’ teams to spy on passengers. Business front of alleged link man. Retrieved August 20, 2006.

Wallbott, H.G. (1998). Bodily Expression of Emotion. European Journal of Social Psychology, 28, 879-896.

[1]  “Screening of Passengers by Observation Techniques (SPOT)” è il programma di formazione sviluppato da Ekman in collaborazione con Rafi Ron, responsabile della formazione degli operatori della sicurezza dell’ Israeli Airport Authority. E ‘stato introdotto dal Transportation Safety Authority (TSA) negli Stati Uniti e dalla British Aircrafts Authority (BAA) in Inghilterra. Il programma si propone di utilizzare tecniche di osservazione per individuare le persone che necessitano di un controllo supplementare sulla base di comportamenti insoliti, ansiosi o spaventati espressi da passeggeri ai punti di controllo.

 

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